IBP Italy | Cosa c’entra il caffè con il respiro?
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Cosa c’entra il caffè con il respiro?

L’IBP ci fa notare un fenomeno frequente che accade alle persone che hanno subito nella loro infanzia la ferita dell’abbandono. Non si tratta di eventi necessariamente traumatici, né di una colpa dei genitori; anzi spesso questi ultimi hanno fatto davvero del loro meglio ma per l’educazione che essi hanno ricevuto a loro volta non sono in grado di rispondere al bisogno di affetto dei figli.
 
Queste persone, dicevamo, si troveranno nel corso della loro vita da adulti a riprodurre inconsciamente quella ferita. Non solo ricercando relazioni con persone incapaci di dare loro la giusta presenza, ma addirittura abbandonando se stesse, dimenticando i propri bisogni, non facendo in modo di manifestarli in modo sano e di cercare soddisfazione. Sono perciò persone che faticano a prendersi cura di se stesse da un punto di vista emozionale.
 
È stato visto che un’importante azione correttiva per cambiare l’imprinting di base consiste nell’aiutare queste persone a ricordarsi di sé, in modo che questa possa diventare una nuova abitudine.
 
Ma cosa c’entra il caffè?
Il caffè è solo uno dei tanti stimoli ricorrenti nella vita delle persone che corrispondono a dei veri e propri rituali. Si prende un caffè per accompagnare il momento della sveglia, il pronti via, prendersi un momento di pausa, per relazionarci con gli altri, per…
 
Come sarebbe se ogni volta che mi fermo per un caffè, ci ricordassimo anche di respirare?
Di fare un profondo respiro, di portare l’attenzione sul qui e ora del proprio corpo?
 
Come abbiamo detto il caffè è solo un esempio dei tanti rituali, dal momento della sveglia alla buona notte, che ognuno di noi utilizza. Se imparassimo a creare questa associazione in breve tempo renderemmo automatico respirare bene, portare benessere nel nostro corpo.
 
L’ ISTITUTO di IBP è l’unica scuola in Europa che certifica counselor in IBP. In maggio comincerà il nuovo triennio di studi e l’opportunità di far parte di questa ristretta cerchia di counselor specializzati.
L’idea di associare il respiro al caffè che beviamo è venuta a un gruppo di studenti i quali hanno rilevato quanto spesso le persone, pur sapendo dei benefici del respiro, si dimenticano di farlo. Specialmente le persone che hanno vissuto da piccole il trauma dell’abbandono, tendono nel corso della vita a riprodurre nei confronti di se stesse l’abbandono che hanno subito. In termini concreti, si dimenticano spesso di prendersi cura di loro stesse. Da qui l’idea di offrire ad ognuno questo ‘compito per casa’ che porti ad associare il respiro a stimoli frequenti.
 

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